
ALESSANDRIA - Raccontare la
vita quotidiana in un istituto di detenzione attraverso
le immagini dei soli oggetti posseduti e prodotti dal detenuto: questo in sintesi è il progetto che consentirà di indagare il microcosmo del carcere da un nuovo, e interessante, punto di vista. A realizzarlo, con incontri settimanali che si terranno ogni lunedì per alcuni mesi, ci saranno il fotografo alessandrino
Daniele Robotti e la giornalista
Maria Angela Ciceri, che raccoglierà testimonianze direttamente dai proprietari degli oggetti per presentare le immagini con una didascalia.
Le fotografie degli oggetti presenti in cella, fotografati con
illuminazione ambiente all'interno della cella di detenzione, non prevederanno la presenza della figura umana, che sarà invece raccontata
proprio attraverso gli oggetti scelti, o autorealizzati, da chi in quella cella vive.
"Questo progetto è utile per
focalizzare l'attenzione su una realtà del territorio e sulle attività che vi avvengono all'interno - raccontano gli ideatori - e intende offrire l'opportunità di esprimere, raccontandosi e raccontandoli, i
passaggi motivazionali che stimolano i detenuti a
progettare e realizzare oggetti simili ad altri, per loro natura vietati. La possibilità di farlo narrativamente e individualmente fornisce
un'opportunità di percorso esperienziale-educativo sul concetto di divieto, opposizione, trasgressione, adatto alla consapevolizzazione e alla valorizzazione della cultura e dell'identità delle persone in un contesto dove, per ragioni comprensibili, autonomia e indipendenza e quindi creatività possono favorire la costruzione di oggetti dai contenuti sia pratici che simbolici con funzioni liberatorie e di rafforzamenti identitari. Il progetto inoltre
vuole dare voce anche all'esperienza e alle emozioni di chi entra in relazione con oggetti e loro creatori, in veste istituzionale, fornendo così e raccontandoli, due aspetti differenti della stessa situazione".
I detenuti proprietari degli oggetti fotografati
parteciperanno alla realizzazione delle immagini e alla stesura dei testi di supporto (storia dell’oggetto e intervista personale). Il personale dell'istituto avrà un ruolo attivo di collaborazione per la stesura della parte testuale e delle riprese fotografiche, oltre a fornire supporto agli autori per tutti gli aspetti legati alla loro presenza all'interno delle aree di detenzione.
Ad accompagnare il progetto ci sarà un diario,
tenuto da Daniele Robotti sul suo profilo facebook, che racconterà passo passo la sua esperienza all'interno della Casa di Reclusione di San Michele.