
ALESSANDRIA -
Palazzo Rosso deve ancora fare i conti con diversi
creditori, quelli
che non hanno accettato nemmeno l'ultima offerta di transazione per recuperare il proprio credito al 70%, tra i quali non rientrano le partecipate, ovviamente che sono ancora tutta un'altra partita.
Ma è durante una commissione Bilancio nella quale veniva presentata una variazione al bilancio 2018-2020 con un impegno di parte della quota accantonata nel 2017 proprio nel fondo rischi che è venuto a galla un
“caso particolare”. E' quello che ha visto aprire una
trattativa tra il Comune da una parte e dall'altra – quella del creditore (che risale al periodo precedente il 31/12/2011) –
il titolare dell'ex Audiovox, storico negozio di musica e dischi alessandrino. Che ha utilizzato una politica “aggressiva” come è stata definita dall'amministrazione comunale: ha deciso di non accettare il 70% di recupero e
ha pignorato un “bene” del Comune, le quote che palazzo Rosso detiene della Centrale del Latte.
E ha vinto. Perché
l'amministrazione comunale (nello specifico in commissione dell'assessore al Bilancio Cinzia Lumiera e del dottor Antonello Zaccone)
ha deciso di “agire a propria tutela” accettando di pagare (entro il 15 ottobre, ndr) il 100% del credito più le spese legali sostenute (ma senza gli interessi) per una somma di poco superiore ai 65 mila euro. Non una cifra “abnorme” come altre ancora in ballo, che non hanno fatto rischiare Palazzo Rosso. Il credito viene ripianato al 100% e
Audiovox in cambio ritira il pignoramento verso la Centrale del Latte.
“Un caso” che potrebbe non fare “buona scuola” secondo Michelangelo Serra del Movimento 5 Stelle: “se passa il messaggio che basta aggredire un bene comunale per arrivare ad ottenere il 100%....”. Ma in linea di massima l'ultima offerta è quella del 70%. Poi ci sono casi che vengono visti “vis a vis” proprio per non incorrere in singole azioni legali....che porterebbero via soldi e sforzi.

Un bene, la
Centrale del Latte, che è tornata alla ribalta anche a livello nazionale, con la “difesa” portata in aula addirittura con un disegno di legge dal capogruppo in Parlamento della Lega,
Riccardo Molinari (ex assessore di Palazzo Rosso). “Stop alla privatizzazione società Alessandria e Asti” è il messaggio che ha voluto far passare.
"Presto finalmente arriverà in aula la mia proposta di legge per
porre fine all'obbligo di dismettere partecipazioni azionarie per le pubbliche amministrazioni che detengono quote in società lattiero casearie, come, ad esempio, la Centrale del Latte di Asti e Alessandria. Proprio ieri infatti la proposta di legge ha ricevuto il via libera d'urgenza e in poco tempo saremo in grado di restituire alle pubbliche amministrazioni le funzioni di garanzia e controllo sulla filiera lattiero-casearia che la riforma Madia aveva tolto.
Una proposta di legge necessaria che nasce dall'esigenza di mantenere inalterato il patrimonio di storia, tradizioni, qualità e innovazione espresso dalle centrali del latte e che prende spunto dal caso della Centrale del Latte di Brescia che meno di un anno fa è stata esonerata, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, dal rispetto della norma Madia. Un passo fondamentale volto a preservare il lavoro svolto dalle centrali del latte sulla qualità e sulla sicurezza alimentare e la genuinità di un prodotto strettamente legato al territorio".
Questa la comunicazione di Molinari.