
ALESSANDRIA - Giovedi' 4 ottobre la comunità venezuelana e quella italiana si sono incontrate nella serata organizzata da Fratelli d'Italia in collaborazione con Airesven (Sostegno Internazionale alla Resistenza Venezuelana) dal titolo "1946: Italia chiama Venezuela". "2018: Venezuela chiama Italia".
Sono circa una settantina, tra venezuelani e italo-venezuelani, i componenti di questa comunità in Alessandria, molti dei quali appartenenti alla quarta generazione degli italiani che emigrarono in questo paese del Sud America.
Durante la serata i Venezuelani hanno incontrato i rappresentanti del Comune di Alessandria: l'Assessore Cherima Fteita e il Consigliere Piero Castellano, che si sono messi a disposizione per aiutar loro nelle difficoltaà quotidiane della vita, "perché molto l'Italia deve al Venezuela ed agli Italiani che là sono emigrati, specie nel secondo dopoguerra".
Airesven, nata come gruppo di preghiera e diventata poi formazione socio politica di resistenza non violenta, denuncia questa situazione: l'auspicio di Blanca Briceno, una delle sue fondatrici è "Che il Signore ci restituisca il Venezuela", questa "Terra di Grazia", come la descrisse Cristoforo Colombo scoprendola nel 1498.
Durante la serata si sono inevitabilmente toccati temi politici di stretta attualità. Secondo Airesven con l'arrivo di Chavez "viene data attuazione al progetto di distruzione pianificata del Paese voluto dal Foro di S. Paolo, laboratorio delle sinistre mondiali dopo la caduta del muro di Berlino. Sinistre che sono un'unione di cattocomunismo e sottomissione all'Islam. Questo progetto è stato finanziato con le immense risorse del Paese: miniere di carbone a cielo aperto, petrolio bituminoso, ferro a montagne... e uranio".
Povertà e carestia hanno portato quattro milioni di venezuelani ad emigrare negli Stati confinanti.