
ECONOMIA – Si apre
all'insegna del pessimismo il 2019 per l'industria alessandrina. In un
quadro generale, nazionale ed internazionale, a tinte fosche, la provincia non fa eccezione. Lo dicono i dati
dell'indagine congiunturale, la numero 177, relativa al primo trimestre presentata dal
presidente di Confindustria Maurizio Miglietta, dal direttore Renzo Gatti e dal responsabile ufficio studi Giuseppe Monighini.
Si teme un calo degli
ordinativi nazionali, compensati solo parzialmente dalla
tenuta dell'export. Non siamo ai livelli degli anni più neri della crisi, ma poco di manca. “A novembre la produzione industriale è rilevata in calo, a livelli che non si toccavano dal 2014 e dopo due anni di andamenti positivi”, spiega il presidente Miglietta.
A pesare sulle previsioni sono anche
le aspettative di un calo del Prodotto Interno Lordo in Italia e lo spettro recessione in Europa.
Non c'è settore in provincia che faccia eccezione alla ventata di pessimismo, rilevata dal metalmeccanico all'alimentare.
Nelle previsioni degli imprenditori intervistati da Confindustria, dovrebbe restare
invariato il livello occupazione e il ricorso alla cassa integrazione ma – dato tutto sommato positivo, o almeno non negativo – si mantiene
alta la propensione ad investire.
“I dati della congiunturale locale sono peraltro in linea con quelli rilevati a livello regionale e nazionale”, sottolineano nella sede alessandrina di via Legnano.

“I dati di questa indagine congiunturale rivelano meno ottimismo – commenta il presidente
Maurizio Miglietta – Le segnalazioni di difficoltà dell’economia in questo periodo sono molteplici, e non riguardano solo il nostro Paese. E la stessa Banca d’Italia rileva
l’aumento del pessimismo. In uno scenario come quello attuale la nostra provincia non può differenziarsi. Oggi preoccupa soprattutto il segnale relativo agli ordini, che è solo parzialmente controbilanciato da previsioni leggermente migliori sull’export. E
preoccupano i dati dei settori, in particolare il metalmeccanico, mentre lo stesso alimentare che nelle indagini nazionali appare come il più performante nella nostra provincia incontra una difficoltà aziendale che influisce non positivamente sulle previsioni complessive”.
Un elemento emerge, inoltre, dall'indagine: aumenta la
forbice di diseguaglianza tra le aziende che registrano risultati positivi e quelle che, invece, sono in difficoltà. In pratica, chi va bene, va sempre meglio; chi va male, va malissimo.
Di fronte a questo quadro non rassicurante, la linea d'azione è quella di “sostenere le imprese, confidando nella ripresa”.
Una maggiore attenzione va messa, poi, nel
sostegno delle aziende che guardano all'innovazione, soprattutto in un territorio, come l'alessandrino, dove ci sono ampie zone che non hanno adeguate infrastrutture, come la banda larga.
Nota a margine, ma non di secondaria importanza,
sulla vicenda Pernigotti di Novi, seguita con attenzione anche da parte di Confindustria. “Confidiamo in una svolta positiva – dice il direttore dell'associazione degli industriali – anche se non possiamo che rilevare una certa rigidità da parte della proprietà. C'è tuttavia la volontà anche di altre imprese sulla piazza per venire in aiuto in caso di terziarizzazione della produzione”.